Parte 8: Ferite sanguinanti
Nella parte 7 ci siamo occupati dei rimedi per le lesioni contusive, nella parte 8 ci dedichiamo alle ferite sanguinanti. Queste includono tagli, abrasioni o lacerazioni. Sì, l’Arnica è considerata un rimedio generale per le lesioni, ma con Calendula e Staphisagria abbiamo due rappresentanti che possono influenzare in modo ancora più specifico la ferita stessa.
Calendula – Calendula officinalis
La calendula è considerata il rimedio principale per le ferite lacero-contuse. Questo include anche abrasioni e, in generale, ferite che guariscono male. I bordi della ferita sono sfilacciati e spesso anche infiammati, sollevati e quindi sensibili al tatto perché molto dolorosi. La calendula supporta la guarigione della ferita dall’interno verso l’esterno. Vale anche per le ferite lacero-contuse dopo l’estrazione di un dente.
Staphisagria – Erba di San Giovanni
Si pensa a Staphis soprattutto in relazione ai tagli. Tagliarsi un dito mentre si taglia una cipolla o calpestare una scheggia di vetro: Staphisagria come «bisturi dell’omeopatia». Il dolore è spesso molto forte e si avverte piuttosto come una pugnalata. La quiete e il calore sono piacevoli per il paziente.
CONSIGLIO: Se la ferita non sanguina molto e quindi si pulisce da sola, pulirla o disinfettarla accuratamente dall’esterno!
